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giovedì 4 novembre 2010

Itinerari: Levanto medievale

Levanto è una cittadina di mare, questo lo sanno tutti. Ci sono ampie spiagge attrezzate, locali, sentieri per il trekking, un porto turistico in cui approdare e, in inverno, addirittura onde adatte al surf. Ma quello che vogliamo qui proporre è un itinerario turistico non convenzionale, adatto a tutte le stagioni e godibile da coloro che non cercano solo di arrostire al sole o di gustare un buon gelato, ma la cui curiosità li spinge a cercare le tracce nascoste del passato.

Levanto nella cartografia Vinzoni (1773)

A Levanto, queste tracce non sono poi tanto nascoste; basta solo distaccarsi appena dal passeggio del lungomare, poco sopra i bagni e i ristoranti. Il medioevo di una ricca e potente cittadina, nobile vassallaggio genovese, affiora con affascinanti architetture e con percorsi suggestivi, permettendo all’immaginazione di ricostruire un paesaggio urbano unico e profondamente diverso da quello attuale.
Possiamo iniziare l’interessante percorso salendo dalla passeggiata mare in zona ex Casinò, tramite una breve scalinata tra le ville, fino al castello costruito nella seconda metà del XIII secolo, su una proprietà che era stata dei Malaspina, come baluardo difensivo del golfo levantese. Il castello, pur non avendo subito restauri di recente, si presenta assai ben conservato e mostra tutta la sua imponenza. Sfortunatamente, trattandosi di una proprietà privata, l’interno non è visitabile, ma è comunque godibile il panorama della Baia della Pietra e quello dell’entroterra, con il campanile della chiesa di Sant’Andrea che svetta sui tetti e sugli orti. Poco distante, seguendo la segnaletica, è possibile imboccare l’affascinante percorso delle mura che difendevano l’abitato. Discendendo tra i possenti muraglioni medievali, lungo una scalinata molto panoramica ma, purtroppo, un po’ degradata, si può imboccare un arco sulla sinistra che, dopo pochi passi porta all’ampio sagrato della chiesa gotica di Sant’Andrea, la cui bella facciata a strisce alternate di marmo bianco e serpentino locale presenta uno magnifico rosone istoriato. La chiesa, citata per la prima volta nel XIII secolo ma probabilmente più antica, conserva perfettamente i canoni estetici del gotico ligure e custodisce una lunga serie di pregevoli opere d’arte religiosa, visibili all’interno, tra cui il coro ligneo del XVI secolo, un crocifisso del XV secolo e numerosi dipinti e affreschi di varie epoche. Nella facciata si possono notare alcuni volti apotropaici antropomorfi, che si rifanno ad una antichissima tradizione pagana di cui si ha testimonianza in tutta la Liguria di Levante e Lunigiana.
Scendendo la scalinata del sagrato e percorrendo brevemente la via ad esso perpendicolare, ci si ritrova di fronte alla bellissima loggia del XIII secolo, tutelata dall’UNESCO e diventata ormai simbolo della Levanto storica. Tale loggia veniva utilizzata nel medioevo come punto di carico e scarico merci, nel contesto dell’antico porto commerciale. Infatti, fino quasi al XVI secolo, il torrente Cantarana, che ora scorre sotto la sede stradale, era navigabile, almeno nel primo tratto. Questo permise la creazione di un porto fluviale particolarmente protetto, in cui le imbarcazioni penetravano dal mare, che costituì per alcuni secoli il fulcro della vita della cittadina. Per ritrovare alcuni resti di quel porto così insolito, è sufficiente attraversare la strada prospiciente la loggia, ovvero quella che era la sede del canale navigabile, e inoltrarsi nella singolare atmosfera dei vicoli in cui sarà possibile ammirare numerose volte in serpentinite, ora murate, che un tempo accedevano ad altrettanti magazzini per lo stoccaggio delle merci.
La mente lavora non poco per ricostruire l’immagine unica di questo importante scalo commerciale, sostituendo un canale verde e placido alla strada e alla piazza antistante la loggia, immaginando i magazzini voltàti e l’estuario del torrente laddove oggi ci sono palazzine, stabilimenti balneari e bar. Il Cantarana oggi è uno scolatoio di acque montane, la cui portata non fa certo pensare ad un canale navigabile, anche se in passato l’afflusso doveva essere assai maggiore, se si pensa che furono i detriti portati a valle dal torrente ad interrare il porto, rendendolo inagibile al pescaggio delle barche e, quindi, decretandone la sua fine. Infatti, già nella cartografia Vinzoni (seconda metà del XVIII secolo), la foce del torrente appare assai distante dallo scalo medievale.
Ritornando alla piazza della Loggia, si imbocca il vicolo gradinato sulla destra, lungo il quale si può ammirare l’antica dimora dei Da Passano, potente famiglia alleata dei genovesi, che per un certo periodo ebbe il dominio su Levanto. Di particolare pregio, oltre ad alcuni archi in serpentinite di ottima fattura, il portale istoriato ben conservato, anche se inserito in un contesto architettonico raccapricciante.
Proseguendo per questa via, si arriva all’oratorio di San Giacomo, sede della omonima confraternita, e alla chiesa di Santa Maria della Costa attualmente in ristrutturazione. A sinistra di quest’ultima, il percorso si snoda brevemente tra le case e si ricongiunge con il tratto più suggestivo delle mura medievali. Qui si trova la Torre dell’Orologio, di sezione circolare e complementare alla struttura difensiva, in seguito (presumibilmente a partire dal XIX secolo) rimaneggiata per ospitare un grande orologio da campanile. La Torre svetta sopra tutta la cittadina, sovrastandola e offrendo un punto di riferimento a chi si muove nel paesaggio urbano. Da qui, il percorso delle mura, con i merli ancora ben conservati, gli unici che siano rimasti intatti, scende di nuovo fino al letto del Cantarana.
A questo punto, è necessario proseguire risalendo il corso del torrente. Per prima cosa si può notare la bellissima architettura duecentesca della nuova sede del Museo della Cultura Materiale e dell’ostello “Ospitalia del Mare”. Il palazzo è stato ristrutturato pochi anni fa dal Comune di Levanto ed è evidentemente costruito con i medesimi criteri di tutti gli edifici del porto fluviale, in elegante serpentino verde, per ospitare sia magazzini di stoccaggio, sia spazi per l’abitazione umana.
Contiguo a questo edificio, vi è il tratto più basso della cinta muraria, rappresentato dalla Porta dell’Acqua. Due torri, ai lati opposti del torrente, sono collegate da un camminamento sospeso di pregevole fattura. La torre di sinistra, guardando verso nord, presenta un varco verso la campagna, l’unica porta di accesso alla cittadina pervenutaci.
Passando da questa porta, si costeggia la destra idraulica del torrente, per poi attraversarlo su un grazioso piccolo ponte medievale. Seguendo il sentiero per poche centinaia di metri, attraverso una tipica creuza di campagna, si raggiunge la località di Prealba che, nel medioevo, costituiva probabilmente l’ager levantese. Il toponimo, di probabile origine romana, potrebbe essere ricollegabile alla presenza di una qualche formazione rocciosa calcarea o gessifera (petra alba = pietra bianca), della quale tuttavia non ci perviene memoria. Prealba è una zona dalla spiccata vocazione agricola, in cui si coltiva con successo l’olivo, che in passato veniva torchiato nel mulino ad acqua che sorge sul torrente, di cui rimane in vista la ruota metallica. Proseguendo tra i terrazzamenti coltivati, la mulattiera si inerpica sulle alture del Mesco e si ricollega con il sentiero CAI n° 1, che porta a Monterosso.
Tornando indietro, da Prealba verso la Porta dell’Acqua, è impossibile non notare un intervento urbano ancora in fase di realizzazione, il Residence Prealba, che appare davvero importuno della quiete e nella bella natura della valle. Si tratta di tre o quattro brutti condomini con parcheggio sotterraneo, che occupano l’ex area della rimessa ferroviaria, prossima alla galleria che conduceva a Monterosso. Si tratta di uno di quegli interventi di “edificazione selvaggia”, che hanno fatto di Levanto il paradiso degli speculatori immobiliari. Non solo il complesso è visivamente brutto, ma è anche invasivo e inopportuno, in quanto inserisce in un paesaggio agricolo e naturale un elemento urbanistico più adatto ad un centro città, la cui filosofia costruttiva è solo quella del profitto e del movimento di capitale. Inoltre, trovandosi il complesso a due metri dalla sede del torrente, si è anche infierito su un ambiente idrico specifico, per non parlare dei resti archeologici che ci si sarebbe aspettati di rinvenire numerosi durante un profondo scavo in questa zona, ma di cui invece non si sa nulla. Infine, l’iniziativa appare assolutamente inutile, inserendosi in un mercato che è universalmente definito “saturo” per eufemismo.
In ogni caso, rientrando nel contesto urbano tramite la Porta dell’Acqua, è possibile concludere la passeggiata con la risalita della cinta muraria, senza però negare uno sguardo al lavatoio presente presso il camping, adoperato dalle massaie locali fino alla fine degli anni ‘60.
Imboccando il vicolo che costeggia le mura, che in questo tratto mostrano tutta la loro imponenza, tra feritoie e finestrelle si risale fino al Castello, da cui l’itinerario aveva avuto inizio.
Questa gita è adatta a tutti, adulti e bambini, semplice e a portata di mano, ma rivelatrice di un patrimonio misconosciuto, a cui il turismo di massa preferisce enormemente le spiagge e i rumorosi diversivi dell’estate.
Da segnalare, come nota assai positiva, la presenza di cartelli e pannelli didattici che illustrano diversi aspetti della vita di Levanto nel medioevo, dalla Darsena alle Mura, al Palazzo Da Passano.
Volendo, è possibile visitare altri luoghi che appartengono al medioevo di questa cittadina, come l’ex convento delle Clarisse, attuale sede comunale; il convento dei Padri Agostiniani, sulle pendici del monte Ròssola; le rovine del monastero di Sant’Antonio del Mesco, uno dei punti panoramici più suggestivi delle Cinque Terre.


Il castello di Levanto


Il castello visto dalle mura


Chiesa di Sant'Andrea


Sant'Andrea - il rosone


La Loggia


Archi all'antica Darsena


I magazzini del porto fluviale


La Torre dell'Orologio e l'oratorio di San Giacomo


Casa Da Passano - portale istoriato


Antica Darsena - l'attuale Museo della Cultura Materiale


Le mura verso Prealba. Sotto la strada scorre il torrente Cantarana


La Porta dell'Acqua


Ponte medievale di Prealba


Le oscene costruzioni del Residence Prealba


L'imponenza delle mura sui vicoli



Tratto delle mura difensive inglobato nell'edilizia civile



Uno dei pannelli didattici della Darsena


Panorama sul centro storico di Levanto con il campanile di S. Andrea

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